Codici CER ed EER: qual è la differenza?

Francesco Marica

Francesco Marica

Consulente Ambientale
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Codici CER ed EER: qual è la differenza? I due acronimi stanno per Codice Europeo Rifiuti ed Elenco Europeo Rifiuti


Cambia solo una consonante, ma quando si devono compilare i documenti di gestione e tracciabilità dei rifiuti quale bisogna usare? Scopriamo il codice da usare per la classificazione dei Rifiuti e redigere correttamente formulari e registri di carico e scarico.

EER

L’acronimo EER sta per Elenco Europeo Rifiuti, un catalogo dove sono identificati tramite un codice tutti i rifiuti.

L’Elenco Europeo Rifiuti – EER – è stato istituito con la decisione 2000/532/CE e successive modificazioni. In vigore dal 1.1.2002 è riprodotto anche nell’Allegato D alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 (TUA). L’ultima modifica all’elenco è avvenuta con una rettifica del 2018 alla Decisione 2014/955/UE che a sua volta aveva modificato l’Elenco.

Questo catalogo contiene un elenco tramite il quale è possibile identificare tutte le tipologie di rifiuti, siano essi urbani, speciali o pericolosi. Ogni singolo rifiuto è identificato attraverso un codice numerico univoco, il CER.

CER

L’acronimo CER sta per Codice Europeo Rifiuti ed indica ogni singolo rifiuto individuato specificatamente mediante un codice a sei cifre. I codici CER sono delle sequenze numeriche, composte da 3 coppie di cifre, alle quali è attribuita una descrizione (es. 15.01.06 Imballaggi in materiali misti).
L’attribuzione delle sei cifre sottende ad una logica ben precisa:

  • La prima coppia di cifre, denominata “codice a due cifre o classe”, identifica la fonte che ha generato il rifiuto, ossia il settore produttivo di provenienza del rifiuto;
  • La seconda coppia di cifre del codice, denominata “codice a quattro cifre o sottoclasse”, identifica il processo e/o la lavorazione che ha originato il rifiuto all’interno delle settore produttivo di provenienza;
  • La terza coppia di cifre del codice individua la singola tipologia di rifiuto.

I codici CER che terminano con le cifre 99 indicano rifiuti la cui identificazione non può andare oltre un certo grado di specificazione. Il loro utilizzo deve comunque avere carattere residuale e corrispondere all’ultima ratio in fase di identificazione del codice.

I Codici CER contrassegnati dall’asterisco “*” indicano i rifiuti pericolosi. La classificazione dei rifiuti è effettuata dal produttore assegnando ad essi il competente codice CER prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione. La procedura deve essere sempre applicata con molta attenzione.

Conclusioni

L’elenco Europeo Rifiuti (EER) è un catalogo contenente la lista di Codici CER che identificano i singoli rifiuti. Non mancano però siti, anche istituzionali, dove viene riportato il termine “Codice EER”. E’ comunque corretto e sia nei formulari che nei registri di carico e scarico è riportato semplicemente il termine “Codice” nello spazio dove dev’essere inserita la sequenza numerica.

Il termine più diffuso con cui identificare il singolo rifiuto rimane CER anche se manca una perfetta omogeneità nell’uso della nomenclatura. Ciò non dovrebbe comunque creare problemi per quanto riguarda la corretta compilazione del registro carico e scarico, del Formulario e quindi del MUD.

L’unica importante accortezza da usare è assicurarsi che l’elenco dal quale si consultano i Codici CER sia quello più aggiornato per non riportare descrizioni errate e non incorrere in sanzioni.

Per approfondimenti, si rimanda all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, o l’Arpae.

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Gli utenti hanno commentato:

2 risposte a “Codici CER ed EER: qual è la differenza?”

  1. Valeria Soffritti ha detto:

    complimenti per la chiarezza

  2. MUSARELLA SALVATORE ha detto:

    ESISTE UN PROGRAMMA O UNA TABELLA CHE MI CONVERTE I CODICI C.E.R. IN EER

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